Conosci il Metodo Rabine®?
- mguadalupepimentel
- 8 dic 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 24 apr 2023
Un po' vi ho già raccontato nel post scorso cosa significa per me il Metodo Rabine®. Oggi cercherò di essere un po' più oggettiva. Non è facile descrivere un metodo così complesso in poche parole, si capisce con il tempo e con la sperimentazione ma proverò di cominciare da qualche parte.

Il Metodo Funzionale della Voce o Metodo Rabine® è un metodo creato da Eugen Rabine basato sull'indagine scientifica che ha studiato (e studia ancora) le relazioni tra la voce, il corpo e la psiche. Si fonda su due pilastri: una teoria della funzione vocale (sistema della doppia valvola) basata sullo sviluppo delle pieghe vocali (vere corde vocali) e delle pieghe ventricolari (falsi corde vocali) durante l'evoluzione; e una teoria dell’apprendimento che include una teoria sensomotoria e aspetti psicologici dell’insegnamento e l’apprendimento.
Tutto questo insieme forma un meraviglioso metodo, sensibile e olistico che prende in considerazione tutti gli aspetti di ogni persona. La scienza ci permette di sapere che se realizziamo un determinato movimento muscolare abbiamo un risultato, in questo caso per cantare, perché cantare è movimento. Quando si studia per diventare un maestro certificato Rabine, un percorso di 4 anni in Germania, si studia la relazione tra la voce e l'anatomia, la fisiologia, la biologia, la neurologia, l'acustica e la psicologia dell’apprendimento. In altre parole, come tutto il corpo bisogna essere allenato per avere una voce piena e salutare al più alto livello, dato che il Metodo Rabine® è nato per il canto lirico. Ma non si studia solo leggendo, si studia anche sperimentando col proprio strumento e ascoltando altri in modo di poter tradurre il suono vocale del cantante in funzione fisiologiche che lo causano e così capire cosa sta succedendo dentro del cantante, anche se non possiamo vederlo da fuori, ragione per il quale può essere così complesso impararlo e insegnarlo.
E qui si arriva alla parte più interessante. Per influenzare e organizzare meglio la funzione vocale si propongono degli esercizi basati sull'anatomia-fisiologia-neurologia in modo che la persona possa sperimentare, sentire e imparare i movimenti necessari per cantare attraverso la propria percezione. E questo nel canto è molto importante. Quando si studia un altro strumento si può vedere, nel pianoforte vediamo i tasti, invece quando si canta non vediamo il diaframma, i polmoni, neanche le pieghe vocali. C'è bisogno di imparare a sentirli precisamente e a riconoscere che tipo di movimento è meglio per la voce. Ed è proprio questa proposta di imparare attraverso la propria percezione e il movimento che ci permettere di evitare confusioni, perché non si utilizzano immagini, imitazione o descrizioni suggestive del maestro su come dovrebbe essere. Invece il maestro guida un esercizio di modo che il movimento che sta cercando dentro del cantante possa succedere, e che il cantante possa sentire per se stesso movimenti muscolari che non sono abituali nella voce parlata o nella vita quotidiana, altrimenti tutti saremmo cantante d'opera per natura. E così diamo anche la possibilità al corpo di imparare movimenti inusuali, sviluppando i muscoli, scoprendo nuove abilità, altrimenti il corpo solo usa i muscoli del modo che conosce ma non si creano nuove connessioni.
Un altro gioiello di questo metodo, infatti è proprio quello che lo fa essere un metodo: non c'è passo 2 se prima non c'è passo 1. Non possiamo pretendere che un gola si apra, che possa cantare toni alti e basse e alcune volte anzi che possa intonare se non ci sono le condizioni necessarie da tutto il corpo, dalla postura del cantante, dalla tonicità del corpo, dalla respirazione, e anche dallo stato emozionale del cantante e dall'ambiente di sicurezza offerto per il maestro per garantire l'apprendimento e l'apertura all'esplorazione di sensazioni sconosciute. Questa gerarchia ci permette non solo di arrivare agli obbiettivi ma anche di non frustrare il cantante chiedendo cose che non possono mai succedere prima di altre per ragioni anatomiche-fisiologiche e psicologiche.
La voce è il risultato di funzioni corporali guidati da concetti mentali e per crearli è indispensabile la propria esperienza. Il maestro può solo guidare il cantante, è il cantante che impara come cantare e sviluppare la sua tecnica vocale basata sulla propria consapevolezza dello strumento in relazione alla sua personalità. Per questo il maestro usa delle domande specifiche per motivare l’allievo a esplorare, a essere coscientemente consapevole delle sensazioni che esperimenta e del significato che hanno sul suono vocale, e dopo a compararli con quelli usuali. Se gli piace e lo sceglie, si allenano e con il tempo gli esercizi non saranno più necessari perché questo movimento muscolare nel cantare funzionerà come un riflesso tra cervello e corpo come base dello sviluppo vocale.
Tutto questo si svolge in un ambiente di empatia e familiarità che accompagna il processo di maturazione di ogni cantante. Si motiva il piacere per il proprio suono vocale, la fiducia nell'intuizione e il proprio strumento, la curiosità, la pazienza, l’indipendenza dal maestro.
Grazie Maestro Eugen Rabine per il tuo legato.
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